GLi infortuni sul lavoro sono uno dei grandi problemi del mondo del lavoro. Si stima infatti che ogni 15 secondi muoia un lavoratore per un infortunio sul lavoro o a causa di una malattia professionale.
Ma cosa può fare un Lavoratore per tutelarsi?
Da recenti statistiche dell’OIL, emergono dati che non possono lasciare indifferenti circa le reali condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro; infatti, si stima che ogni circa 15 secondi un lavoratore muore sul lavoro a causa di un infortunio o di una malattia professionale. In particolare, ogni anno nel mondo sono circa 2,3 milioni le persone che perdono la vita per cause riconducibili ad attività lavorative e, ogni soli 15 secondi, sono ben 153 i lavoratori che subiscono un infortunio. Il costo umano di queste tragedie quotidiane è enorme e l’onere economico causato dalle scarse pratiche di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro è stimato essere ogni anno nel 4% del prodotto interno lordo mondiale.
In Italia, la situazione è ormai da tempo allarmante, tanto che anche gli ultimi dati forniti dall’INAIL certificano che, solo lo scorso anno, le denunce per infortunio sul lavoro sono state oltre 500.000 e che le condizioni più critiche si verificano nel centro e sud della penisola.
È evidente che questa drammatica situazione richieda urgenti e consistenti interventi legislativi in favore delle imprese per sostenere ed incentivare gli investimenti in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro, ma credo sia fondamentale non solo che la cultura della prevenzione venga capillarmente diffusa a livello scolastico ma anche che in ambito aziendale la parte datoriale dia forte impulso alla cooperazione fra le parti, agevolando concretamente anche alcuni semplici accorgimenti quali, ad esempio:
a) creare una bacheca (fisica o online) affidata al Rspp, dove inserire report e segnalazioni, che possono porre un alert su specifici rischi che si possono presentare quotidianamente nelle attività;
b) utilizzare un report per analizzare cause e possibili soluzioni;
c) predisporre un questionario per ogni dipendente;
d) creare una presentazione ed informare i dipendenti sugli investimenti fatti per la salute e sicurezza dei lavoratori;
e) realizzare un documento con consigli ed istruzioni da lasciare ad ogni dipendente
Sotto il profilo legislativo, nel nostro ordinamento:
- per infortunio sul lavoro è da intendersi “ogni lesione verificatasi in occasione dell’attività lavorativa, determinata da una causa violenta da cui può derivare un’inabilità al lavoro permanente o temporanea, se non addirittura la morte” (art. 2 DPR n. 1124/65 c.d. “Testo Unico Inail”);
- l’infortunio sul lavoro presenta dunque elementi integranti: a) la causa violenta, ossia un fattore esterno che con azione intensa e rapida arreca un danno alla persona del lavoratore; b) l’occasione di lavoro, che si verifica ogni qual volta è la prestazione stessa ad aver determinato il rischio che un infortunio possa verificarsi;
- la responsabilità dell’infortunio in capo al datore di lavoro si verifica allorquando vi sia concreta dimostrazione della riconducibilità dell’incidente a causa ed in conseguenza della violazione da parte di quest’ultimo del principio generale di cui all’art. 2087 c.c., che impone alla parte datoriale di predisporre sul posto di lavoro tutte le più idonee ed efficaci misure di prevenzione e protezione, volte alla tutela del lavoratore.
Per effetto del disposto costituzionale dell’obbligatorietà dell’assicurazione sociale in ambito lavorativo, in caso di infortunio è prevista un’apposita copertura assicurativa per il lavoratore, garantita dall’INAIL, con erogazione di due diverse prestazioni: 1) sanitarie, come cure mediche e chirurgiche, accertamenti clinici oltre alla fornitura di protesi; 2) economiche, che coprono la ridotta attitudine al lavoro del dipendente a causa di un’inabilità permanente o temporanea, ovvero spettano ai superstiti in caso di sua dipartita.
Come deve quindi comportarsi il lavoratore in caso di infortunio sul lavoro per poter beneficiare della tutela assicurativa obbligatoria?
Il dipendente è tenuto a semplici ma fondamentali adempimenti che si possono così sintetizzare:
1) deve obbligatoriamente denunciare al proprio datore di lavoro l’episodio infortunistico, atteso che in difetto di tale comunicazione lo stesso perde ogni connesso diritto;
2) è tenuto a sottoporsi alle visite mediche che l’Istituto comunicherà in seguito all’apertura del sinistro;
3) deve fornire all’Istituto ed al proprio datore di lavoro tutta la documentazione e certificazione medica relativa all’infortunio.
Occorre però tener ben presente che l’Inail riconosce degli importi in maniera “automatica ed a titolo di indennizzo ” (in base a criteri e valori tabellari standard) al semplice verificarsi dell’infortunio o della malattia che, quindi, non sempre ristorano gli effettivi pregiudizi subiti dal lavoratore; dunque, poiché negli infortuni che siano riconducibili alla responsabilità datoriale come sopra specificata, il lavoratore può aver concretamente subito un danno maggiore rispetto a quanto liquidatogli dall’Inail a titolo di indennizzo, quest’ultimo potrà anche reclamare nei confronti del proprio datore di lavoro il c.d. “danno differenziale” (regolato dalle norme civilistiche e teso a risarcire il lavoratore di tutto il danno che ha subito in conseguenza dell’evento che ha determinato il suo infortunio o la sua malattia).
Relativamente ad entrambe le fatti specie – indennizzo inail e/o risarcimento del danno differenziale) – il lavoratore può sempre rivolgersi al proprio legale di fiducia, il quale potrà assisterlo al fine di tutelare i suoi diritti e le pretese creditorie direttamente od indirettamente connesse all’infortunio.
Questa forma di prevenzione limita notevolmente gli imprevisti, porta più produttività alle imprese e consente anche di programmare eventuali investimenti. Il report realizzato serve anche per creare uno storico dei problemi e capire come migliorare la sicurezza interna.